Ci sono un albanese, un terrone e un non-italiano e si chiamano tutti Renald, perché sono in realtà la stessa persona, approdata nello Stivale viaggiando su un’astronave che non ha nulla di cosmico ed è infatti solo una nave, dove si stava pure molto stretti.
Tramite l’armatura ironica dell’extraterrone, la voce di Renald ci accompagna nel ripercorrere l’esperienza dell’anarchia albanese degli anni ‘90 e la sua vita rocambolesca in Italia, dove si sovrappongono episodi di razzismo e solidarietà, il bombardamento mediatico xenofobo e l’impossibilità di uscire dal labirinto burocratico italiano che ancora lo tiene prigioniero senza cittadinanza.
Una storia agrodolce che illumina il momento in cui l’Italia si è accorta di non essere più un paese di emigranti ma un paese di arrivo.