Non ricordo più le cose.
Non ricordo i carri armati, gli spari, le grida.
Non ricordo i compagni che cadevano, non ricordo le facce.
Ricordo la Piazza.
Si chiamava Tiananmen, mi pare.
“I razzi illuminarono il cielo. Io vidi i soldati circondare la piazza.” uno studente sopravvissuto al massacro
La notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 l’esercito muove dalla periferia verso Piazza Tiananmen per reprimere la protesta pacifica di studenti, intellettuali, operai, cittadini comuni che da settimane manifestano per la libertà e la democrazia. In poche ore va in scena un tremendo massacro, rimasto scolpito nella memoria collettiva di tutto il mondo nonostante l’azione di censura e disinformazione messa in atto dal Governo Cinese.
“Quanti fiori caddero, nessuno poté sapere. Recita così una poesia della dinastia Tang, e basta questo verso a definire che cosa è rimasto di Tiananmen vent’anni dopo: silenzio da un lato, ostinazione dall’altro.” dalla prefazione di Riccardo Noury, Amnesty International