“La cosa più importante che Pasolini avrebbe potuto dare ai suoi contemporanei sarebbe stata il suo diario” scrissero dopo la sua morte.
Giocando su questa ipotesi fantastica, Stamboulis e Costantini scrivono un’autobiografia immaginaria, ma al contempo basata su tutti i dati di realtà disponibili. Un diario disegnato, segreto nel senso di mistico, immaginato lavorando sulle interviste, i film, le lettere private, i saggi dell’intellettuale più discusso del novecento italiano.
Il diario ripercorre la vita di Pier Paolo, dall’infanzia alla morte del fratello Guido, partigiano ucciso tragicamente da altri partigiani. È una ricostruzione realizzata attraverso la voce dell’autore: una registrazione sentimentale di Pasolini prima di diventare Pasolini. I suoi anni di formazione e di crescita divengono un romanzo di formazione perché, come diceva Pasolini stesso, la realtà va rimitizzata, non consegnata per quello che è stata.
La commistione di diversi stili, tipica degli ultimi lavori della coppia, evoca in modo naturale e realistico la versatilità stilistica della stessa voce narrante.
Un libro adatto anche per chi cerca un romanzo di formazione, senza sapere chi è divenuto poi Pier Paolo Pasolini.